Pianta della famiglia delle
Salicaceae, distribuita in quasi tutto l'emisfero boreale. In Italia si trova
dal mare alla zona montana, frequentemente lungo i corsi d'acqua, e viene
abbondantemente coltivata per ottenere pali di sostegno o per legature,
soprattutto delle
viti.
GENERALITÀ Il
salice bianco è un albero a foglie caduche alto fino a 20 m, ma che
normalmente in coltivazione si tiene a capitozza per utilizzare i grossi rami
come pali e i giovani ramoscelli come legacci. Le
foglie sono disposte alternativamente sui rami e hanno un picciolo molto
accorciato, forma allungata o lanceolato-allungata, base ristretta a cuneo e
apice lungamente acuminato. Entrambe le superfici delle foglie sono pubescenti
da giovani, ma diventano più o meno glabre invecchiando; solo la pagina
inferiore mantiene una certa pubescenza fino alla caduta. Il margine è
dentellato e ogni dente ha una ghiandola al suo
apice. I fiori sono disposti in infiorescenze
separate: i maschili riuniti in amenti inseriti all'estremità di piccoli
rami normalmente terminali, i fiori femminili riuniti in amenti più
corti. I frutti sono delle capsule coniche sessili
a superficie liscia, che a maturità si aprono in due valve, lasciando
uscire i numerosi semi che, ricoperti da fitti peli bianco-argentei, sono
trasportati dal vento permettendo l'inseminazione a
distanza. Per scopi terapeutici si utilizza la
corteccia dei rami.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Il sapore amaro e astringente delle
foglie e soprattutto della corteccia dei salici, in particolare del salice
bianco, ha attirato assai presto l'attenzione su questa pianta. I trattati
dell'antica Grecia e di Roma parlano delle sue virtù astringenti e
febbrifughe. L'uso andò poi estendendosi durante il Medioevo e il
Rinascimento. Oggi si riconoscono al salice
proprietà astringenti e toniche, febbrifughe, antisettiche e
cicatrizzanti (o vulnerarie). Il salice ha inoltre proprietà calmanti,
antispastiche e sedative, soprattutto nei fiori. La corteccia infine è
blandamente vermifuga. Come tonico, la corteccia
del salice è in grado di stimolare l'appetito, di favorire la digestione
e di fortificare l'apparato digestivo, agendo sulle ghiandole
secretrici. Quale febbrifugo è utile nelle
febbri intermittenti, come sostitutivo della china, ma anche nelle febbri che
accompagnano le malattie da raffreddamento nei cambi di
stagione. Per le sue proprietà sedative e
antispasmodiche il salice bianco viene utilmente impiegato per calmare
l'isterismo, per distendere i nervi, per sedare gli stimoli del sistema
vegetativo. È quindi utilizzato nell'isterismo, nelle nevralgie, in certe
malattie sessuali di entrambi i sessi: perdite seminali e
ninfomania. Il salice inoltre cura l'insonnia e
l'emicrania. Altre specie del genere Salix, come
Salix purpurea e Salix vitellina, hanno proprietà analoghe, contenendo
più o meno gli stessi principi
attivi. Esternamente il salice viene utilizzato con
successo per la cura dei dolori reumatici e quale cicatrizzante di ferite,
ulcere atoniche, processi cancrenosi. I principi
attivi del salice sono delle sostanze tanniche, alcune resine e un glicoside: il
salicoside.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso, la tintura alcoolica e la tintura
vinosa. L'infuso si prepara con 20 g per litro di
acqua bollente si lascia infondere per 10 minuti, si filtra per tela. Va preso a
tazze: 2-3 al giorno. La tintura alcoolica viene
preparata con 150-200 g di corteccia finemente sminuzzata per litro di alcool a
bassa gradazione (20-30°). Si lascia in infusione per 5 giorni, si filtra
per tela e si fa invecchiare circa 15 giorni. Si prende a cucchiai, nella dose
di 2-3 al giorno. La tintura vinosa viene preparata
con 50-60 g di corteccia finemente sminuzzata per litro di vino bianco. Si
lascia a macero per una settimana, si filtra per tela, si lascia riposare per 15
giorni. Si prende a bicchierini come
aperitivo. Nelle stesse indicazioni degli altri
preparati per uso interno si può utilizzare la polvere, che va
somministrata in un'ostia o stemperata in poca
acqua. Il salice bianco nelle sue preparazioni
interne cura gli stati febbrili e i dolori reumatici e attiva la
digestione.
- Uso esterno: per uso esterno
si utilizza il decotto, preparato con 50-60 g per litro di acqua. Si lascia
bollire per 20 minuti, a freddo si filtra per
tela. Il decotto così preparato serve per
pediluvi o bagni parziali, o per la preparazione di compresse imbevute da
applicare sulle zone dolenti per reumatismo e artrite, o anche per sedare in
genere l'organismo teso.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE La corteccia si raccoglie al termine
del periodo vegetativo, da settembre a novembre, preferibilmente quando le
foglie sono già cadute. Ci si deve a tal scopo servire non dei rami
giovani, ma di quelli almeno dell'anno precedente. Si tagliano i rami in pezzi e
si stacca la corteccia con l'uso di un coltello. La corteccia così
preparata viene posta a seccare al sole per 2-3 giorni; se ne termina poi
l'essiccamento all'ombra, disponendola in sottile
strato. La corteccia va conservata in sacchetti di
carta o di tela. Mantiene le sue proprietà per almeno 2
anni. La coltivazione del salice è fatta
normalmente per talea che viene posta in terreno nei mesi da novembre a
febbraio, evitando però i periodi di gelo. Il salice va trapiantato in
luoghi freschi, in terreno sciolto, sulle rive dei fiumi o dei
fossi.
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